I tempi verbali Alessio Ilari, Dicembre 8, 2013 Spesso ci si chiede quale sia il tempo verbale migliore da utilizzare in una storia per riuscire a far sentire il lettore immerso in ciò che stiamo narrando. Andremo quindi a vedere ora i principali tempi verbali. Presente Scrivere al presente da l’idea di un qualcosa che sta accadendo al momento, Introduce il lettore direttamente nell’azione. Genera un coinvolgimento particolare perché la vicenda si sta svolgendo in quel preciso istante e non c’è una conclusione certa, tutto può succedere. E’ un ottima scelta se vogliamo creare un atmosfera vibrante, ricca di tensione. Il miglior modo per usare questa forma verbale è senza dubbio la prima persona che enfatizza l’aspetto drammatico. Passato prossimo E’ il tempo che si usa generalmente per narrare vicende personali, la sua cadenza consente una forma riflessiva. E.A. Poe per esempio usava questa forma verbale nei monologhi che introducono le sue storie. Imperfetto E’ il tempo verbale ideale per l’introspezione psicologica del personaggio Trapassato prossimo Viene usato principalmente per evidenziare azioni e stati d’animo. Passato remoto E’ generalmente il tempo più usato nei racconti. E’ il tempo verbale più facile da plasmare, si riferisce ad eventi passati e indica un azione specifica. Conclusioni Ovviamente qui abbiamo visto i temi verbali principali che possono essere utilizzati, tuttavia i tempi su cui si lavora generalmente sono: il presente e il passato. L’uso degli altri tempi verbali e legato alla definizione delle varie sfumature e sfaccettature di ciò che stiamo scrivendo. Scrittura Creativa creativascritturatempiverbali