Harry Potter, il piccolo, grande mago Alessio Ilari, Ottobre 9, 2018 È passato circa un mese da quando avevo scritto il post nel quale “annunciavo” l’inizio della mia nuova lettura, Harry Potter. Devo ammettere, con mia enorme sorpresa, che la saga di J.K. Rowling mi ha conquistato. Giusto ieri sera ho chiuso l’ultimo libro, I Doni della morte. Un pizzico di nostalgia mi sta già afferrando la mente questa mattina. Era ormai mia consuetudine ritagliarmi quei piccoli spazi dove, grazie alla fantasia e ai libri della Rowling, mi trovavo immerso in un mondo magico. Un piccolo grande mago Mi sono affacciato al mondo di Harry Potter a 30 anni e, almeno nei primi tre libri, mi è subito stato evidente come l’opera sia stata pensata per bambini. C’è da dire però, che essendo una storia di formazione, via via che si va avanti la narrazione è sempre più complessa, così come le prove che Harry e i suoi amici sono costretti ad affrontare. Dalle semplici paure di un bambino che si affaccia per la prima volta in una scuola magica, si passa ad affrontare il significato stesso della morte e soprattutto dell’amore. Un amore inteso verso la vita e verso le persone che ci circondano. Mi sono affezionato ai personaggi, al mondo magico, ad Hogwarts. Ma questo è successo più per la mia fantasia che viaggiava nei “buchi” descrittivi che la Rowling ha lasciato. Penso che la sua abilità narrativa non sia da fuoriclasse, è però scorrevole e di facile interpretazione. Non ho apprezzato molto il fatto che vi siano così poche descrizioni di tanti aspetti riguardanti il mondo e i personaggi, così come non apprezzato la poca enfasi in alcune scene che potevano essere ancor più epiche. Un esempio su tutti che mi viene in mente scrivendo questo post è il “sacrificio” di Ron durante la partita a scacchi giganti. Quella scena, molto importante, l’ho trovata poco coinvolgente nel libro e stranamente fatta meglio nel film. Un’idea geniale Non reputo la scrittrice un prodigio nella scrittura come altri che scrivono questo genere o come “mostri” del calibro di Stephen King, eppure la sua saga mi ha appassionato nel profondo. Ma quindi come ha fatto la Rowling a conquistarmi? La risposta è tutta racchiusa nell’idea che ha avuto. Quella è veramente geniale, roba da “fuoriclasse”. Nella sua semplicità è riuscita a far sognare un mondo che infondo è racchiuso in ognuno di noi. Talmente brava a capire che non servivano nemmeno lunghe descrizioni per far vivere Hogwarts, ogni lettore avrebbe viaggiato con la sua fantasia immaginando cose che nemmeno la penna più brava sarebbe riuscita a descrivere. Book Corner Libri Pensatoio harry potteropinionerecensionesaga
Ciao e grazie per il commento! Bé sicuramente la mia preferenza cade su quei romanzi parecchio descrittivi, soprattutto per quanto riguarda il fantasy. Mi è saltato subito all’occhio questo modo di scrivere della Rowling, probabilmente utilizzato anche per il target a cui il libro si riferisce. Rispondi