Recensione: “Norwegian Wood” di Haruki Murakami Alessio Ilari, Aprile 3, 2017 Norwegian Wood è il primo romanzo che leggo di Haruki Murakami. È un’opera molto intima, che racconta la storia di Toru Watanabe, un ragazzo che si affaccia al mondo e alla vita da adulto in una grande città come Tokyo. Tutto inizia quando ormai adulto, atterrato in aeroporto, le note di “Norwegian Wood” dei Beatles risvegliano in Watanabe tristi ricordi: questa canzone gli riporta alla mente l’amata Naoko, fragile e infelice amore dei suoi vent’anni. Di lei, che gli aveva fatto promettere di non dimenticarla mai, emerge ormai solo “…un paesaggio senza figure”, perché nonostante il desiderio di mantenere il suo ricordo, gli è necessario del tempo per lasciar riaffiorare la storia complicata di quegli anni e quel volto amato. Haruki Murakami ci fa rivivere la vita di un giovane di vent’anni alla fine degli anni 60′, tra rivolte studentesche e agitazioni di quel periodo. L’autore si concentra sulle vicende più intime e private di Toru che non viene toccato dagli eventi esterni di quegli anni, ma lotta duramente per maturare e non farsi scivolare via la sua vita. Una storia coinvolgente e narrata sapientemente Norwegian Wood fu pubblicato nel 1987 e riscosse un successo inaspettato in Giappone, diventando un vero e proprio fenomeno letterario. In questo libro, arrivato dopo La fine del mondo e Il paese delle meraviglie, l’autore si cimenta in una storia dove non sono presenti elementi sovrannaturali. Le emozioni sono al centro di tutto: l’amore e la morte che danno senso alla vita dell’uomo. Queste si susseguono nella vita di un protagonista indimenticabile, che cerca la sua strada nel mondo. Nel farlo affronterà situazioni complicate, delusioni, dolore, ma ovviamente anche gioia e amore. In questo romanzo di formazione sono racchiusi tutti i pericoli e le difficoltà della crescita. Per essere apprezzato fino in fondo questo libro dovrebbe essere letto prima di compiere vent’anni. È infatti un romanzo che fa leva sull’innocenza e l’emotività tipiche dell’adolescenza, concentrandosi poi sulle difficoltà del passaggio alla vita adulta. Sono rimasto davvero molto colpito dai personaggi, ben caratterizzati in ogni loro aspetto. Questo, insieme ai dialoghi ben strutturati, mi hanno catapultato senza nemmeno accorgermi nel collegio di Watanabe, rendendo la storia sempre molto fluida. Se dovessi definire un mio genere preferito questo non ricadrebbe sicuramente sulle storie d’amore o di formazione. Murakami però è riuscito nell’arduo compito di farmi appassionare, grazie alla sua incredibile abilità narrativa, facendo rimanere nel mio cuore Toru Watanabe e la sua storia. Book Corner Libri haruki murakamilibronorwegian woodrecensionetokyo blues
Io di lui ho letto tanti romanzi. Li ho amati tutti, persino i suoi saggi. Adoro questo scrittore e le emozioni che mi sa trasmettere. Luna Rispondi
Ciao Luna e grazie per il commento! Come ho scritto nella recensione, sono rimasto colpito da Murakami e dal suo modo di narrare. Tra i prossimi libri da leggere ho già messo in cima Kafka sulla spiaggia. Rispondi
Sono tutti stupendi. Nel mio blog troverai numerosi articoli sui suoi romanzi. Fai un salto se ti va e vieni a scoprirli 😉 Rispondi