Una poesia di Quasimodo per dare il benvenuto all’autunno 2014 Alessio Ilari, Settembre 23, 2014 Oggi, con l’equinozio, inizia l’autunno. A ricordarmelo stamattina appena ho acceso il computer è stato Google con un doodle animato dove le chiome degli alberi neri si colorano dei toni dell’autunno al passaggio di un simpatico personaggio e poi d’improvviso cadono tutte a terra. Finisce quindi la stagione estiva, le ore di luce calano progressivamente e quindi la durata del giorno diventa minore rispetto a quella della notte. Fin dall’antichità l’equinozio ha sempre rappresentato un momento speciale dove la luce e le tenebre erano in perfetto equilibrio. Rappresentava un passaggio, un tempo per la meditazione. Per molte culture era quindi una giornata di celebrazione da dedicare alle proprie divinità. Per questo equinozio ho scelto a mio parere una bellissima poesia di Salvatore Quasimodo. Poesia di Salvatore Quasimodo Ora l’autunno Ora l’autunno guasta il verde ai colli, o miei dolci animali. Ancora udremo, prima di notte, l’ultimo lamento degli uccelli, il richiamo della grigia pianura che va incontro a quel rumore alto di mare. E l’odore di legno alla pioggia, l’odore delle tane, comè vivo qui fra le case, fra gli uomini, o miei dolci animali… Questo volto che gira gli occhi lenti, questa mano che segna il cielo dove romba un tuono, sono vostri, o miei lupi, mie volpi bruciate dal sangue. Ogni mano, ogni volto, sono vostri. Tu mi dici che tutto è stato vano, la vita, i giorno corrosi da un’acqua assidua, mentre sale dai giardini un canto di fanciulli. Ora lontani, dunque, da noi? Ma cedono nell’aria come ombre appena. Questa la tua voce. Ma forse io so che tutto non è stato. Attualità Pensatoio 23 settembrearrivoautunnoequinozioGooglel'autunnoora l'autunnopoesiasalvatore quasimodo